C'era una volta la Juve schiacciasassi che dominava in Italia e incuteva timore agli avversari. Adesso non c'è più. Al suo posto c'è una Juve che arranca e non sa più vincere: un punto dopo tre partite, un 1-1 in casa con il Chievo che smuove poco la classifica. I gialloblù si confermano squadra tosta, discutibili invece le scelte di Allegri, che lascia Pogba in panchina e rinuncia a Cuadrado dall'inizio, uno dei più attivi nel finale.
JUVE COLPITA A FREDDO — Essere a zero punti dopo due giornate è già un handicap, ritrovarsi in svantaggio dopo appena sei minuti di sicuro non aiuta. Il Chievo legittima il suo primo posto in classifica gelando lo Stadium (peraltro già tiepido di suo, vista anche la chiusura della curva per la bomba carta nel derby) con un esterno destro dal limite di Hetemaj: cross di Birsa dalla sinistra, rimpallo di Barzagli che finisce dalle parti del centrocampista del Chievo, un po' tropo solo e indisturbato. La Juve prova subito a reagire con Hernanes, poi due volte con Pereyra e ancora con Dybala e Sturaro. I bianconeri attaccano parecchio, ma lo fanno in maniera confusa e senza troppo furore agonistico. La nota lieta è Alex Sandro, molto bene sulla fascia sinistra, Hernanes invece non brilla sulla trequarti, lento e ancora poco inserito negli schemi. In realtà è tutta la Juve a sembrare scarica, con il centrocampo in difficoltà: Marchisio, che finora non aveva giocato neanche un minuto, in questo momento non è il giocatore che può non far rimpiangere Pirlo. L'assenza di Pogba si sente tutta, manca qualcuno che possa inventare qualcosa. Meno quella di Lichtsteiner, perché Caceres a destra fa il suo. Però questa Juve è solo lontana parente di quella cattiva e agguerrita di un anno fa. E' una squadra senza testa e con poche gambe.
CI PENSA DYBALA — Il Chievo invece è una squadra ordinata e ben messa in campo, che difende diligentemente e sa sfruttare le pause dell'avversario. Maran schiera la squadra a specchio, con Birsa in marcatura su Marchisio ed Hetemaj largo a sinistra che gioca per quattro: copre, spezza il gioco, imposta. Niente di esaltante, ma quanto basta per imbrigliare la Juve 2.0. I gialloblù controllano il vantaggio nel primo tempo e nella ripresa hanno subito l'occasione per raddoppiare: dopo 6 minuti paratona di Buffon su Cesar, con palla che finisce sul palo. Allegri dopo l'intervallo toglie Marchisio, mette Hernanes a fare il play e manda in campo Pogba. La Juve dà segnali di ripresa con un legno di Pereyra, ma il Chievo è vivo e lo dimostra subito dopo: spizzata di Paloschi e gol di Cesar, che però viene annullato per fallo (dubbio) su Bonucci. Dopo venti minuti tocca a Cuadrado al posto di Sturaro, uno dei peggiori in campo: piovono fischi, per lui e per tutta la Juve, come era già successo prima dell'intervallo, tanto che Buffon per due volte ha detto ai tifosi "Abbiamo bisogno di voi". Gli applausi sono solo per l'ingresso in campo dell'amato ex Pepe. Con il colombiano schierato a destra, che sembra tutt'altro che fuori forma, si passa al 3-5-2. Il più pericoloso però è Hernanes, prima con un tiro da fuori respinto da Bizzarri e poi su punizione, spizzata ancora dal portiere del Chievo. Per pareggiare però serve un fallo di Cesar sul vivace Cuadrado in area di rigore: Dybala fa il Tevez e dal dischetto mette fuori causa Bizzarri. Ma la Juve resta dentro la crisi.